29.10.07

Cinque: siamo alla vigilia della quinta lezione dei Makaki capitolo terzo e si ricorda l'esigenza di mandare a memoria i testi assegnati,portarsi oggetti e vestiti occorrenti alla scena ed al personaggio da vivere con in aggiunta anche la musica su cd che si desidera come piccola,propria, colonna sonora.Scripta manent,quindi "attore avvisato.." e gli assenti della precedente volta ne sono così a conoscenza. In bocca al lupo a tutti e saluti dal vostro scriba "blogger luke"

26.10.07

Berkoff: tentando di dipanare il groviglio di informazioni e pettegolezzi sul suo conto, in un’orgia massmediologica in cui lui stesso è vittima sacrificale e ministro del sacrificio. Un nome sconosciuto a molti (“Steven who?”) e il volto noto a tutti, capace di suscitare passioni forti, che oscillano dall’adorazione al disgusto, ma che raramente scadono nella mediocrità o nel tiepido giudizio. L’uomo di teatro, che tanto ha lottato per smuovere i titani soffocanti della West End, negletto, aggressivo e pronto a colpire per non essere affondato. L’uomo di cinema, che a causa di qualche successo da botteghino ha inciso delle carni, nelle pieghe del volto cangiante, un timbro indelebile, una sorta di lettera scarlatta leggibile nel luccichio agghiacciante dei suoi occhi: ‘V’, villain. Cattivo. Creatore di un teatro e di una letteratura che trovano un’impressionante corrispondenza autobiografica, una narcisistica messa in scena della sua stessa vita: Steven Berkoff-l’uomo viene confuso con Steven Berkoff-l’attore, fino a venire giudicato ed attaccatto personalmente a causa delle azioni delle “persone drammatiche” a cui ha insufflato energicamente vita: se Victor Maitland cerca di eliminare il Beverly Hills Cop Eddie Murphy, perché Steven Berkoff non dovrebbe esser capace di uccidere il critico che ha minacciato (“per scherzo, ho grande rispetto per la vita umana”) dopo una recensione distruttiva? E se il povero Harry si suicida per aver ricevuto solo sei cartoline di auguri natalizi, perché non colpire colui che lo ha creato, insinuando che di sicuro anche la sua vita sarà vuota e arida come quella del soccombente personaggio? Attore di genio, regista di talento, con un penetrante sguardo da clown perverso e un fare da teppista provocatore, Berkoff ha speso tutta la sua carriera e gran parte della sua vita a dimostrare di essere all’altezza di chi lo circondava, e l’unico mezzo per reagire al senso di rifiuto e solitudine, persino di persecuzione, è sempre stato quello di aggredire per primo, di agire perennemente in nome dell’esagerazione, dell’eccesso, dello scandalo; il suo merito - la sua condanna - è la singolarità assoluta del suo essere uomo di spettacolo tout court, e questa eccezionalità destina Berkoff ad una profonda solitudine da “mosca bianca”, anche nella sfera privata: lui stesso ammette di aver sacrificato per la vita artistica “la normalità, la possibilità di avere una famiglia con dei figli, la felicità, l’equilibrio necessario per costruire una vita lineare”

25.10.07

Tennessee Williams è probabilmente il più grande drammaturgo americano del XX secolo. Le sue storie sentimentali votate alla catastrofe, i suoi personaggi perennemente esposti alla violenza del mondo, e perfino le singole battute dei suoi lavori più celebri fanno ormai parte del patrimonio culturale degli Stati Uniti al pari delle poesie di Whitman, dei romanzi di Hemingway, delle canzoni di Dylan. Thomas Lainer Williams nasce a Columbus (Mississippi) nel 1911. Di famiglia puritana, Williams trascorre i primi anni di vita stretto tra le nevrosi di sua madre e l’insofferenza di un padre conservatore e autoritario che tollera di cattivo grado la fragilità quasi "femminile" di quel figlio così lontano dai "sani e robusti ragazzi del Sud". Laureatosi alla University of Iowa, Williams inaugura un’esistenza girovaga che lo vede impegnato in mille lavori saltuari. Questo non gli impedisce di scrivere i primi racconti e le prime pièces, nate sotto l’influenza di Cechov e il sostegno di litri e litri di caffeina. Il successo arriva con Lo zoo di vetro, rappresentato per la prima volta a Chicago nel 1944. "Prima del successo dello Zoo avevo quasi toccato il fondo", racconta Williams, "Non avevo più soldi. Inoltre, erano anni che scrivevo e lavoravo contemporaneamente come cameriere, ragazzo dell’ascensore o addirittura operatore della telescrivente sottoponendomi a ritmi che avevano distrutto la mia salute, o quel che ne restava. Non penso che avrei resistito ancora un anno, se non avessi avuto improvvisamente la dispensa della Provvidenza con lo Zoo". Gli anni successivi sono segnati dalle grandi prove di Un tram chiamato desiderio (1947), La rosa tatuata (1951), La gatta sul tetto che scotta (1955), puntualmente seguite dalle relative trasposizioni cinematografiche che consacrano Tennessee Williams come il drammaturgo più noto e rappresentato di tutti gli Stati Uniti. Con un linguaggio di grande intensità emotiva, i lavori di Williams si stringono quasi ossessivamente intorno a pochi temi (la perdita dell’innocenza, la degradazione personale e collettiva, lo sfacelo fisico, la patologia sessuale) utilizzando il Sud degli Stati Uniti come terreno ideale per uno scontro di passioni che trova equivalenti di rilievo forse soltanto in William Faulkner. La vita privata e professionale di Tennessee Williams subisce un brusco crollo nel 1963. La morte per cancro del suo compagno Frank Merlo getta il drammaturgo in uno stato di prostrazione dal quale non riuscirà più a venir fuori. Ipocondria, alcol, instabilità emotiva segnano i vent’anni successivi. Anche la sua produzione perde lo smalto iniziale, ricevendo sempre meno consensi di critica e di pubblico. L’epilogo il 24 febbraio 1983. All’hotel Elysée di New York, "in preda a stato confusionale", Williams ingerisce accidentalmente un intero tubetto di barbiturici. Stava per compiere settantadue anni.

24.10.07

Quarta lezione..la conferma.La bellissima conferma che è un anno giusto. Ora però ci serve ancora più concentrazione e fiducia.Abbandoniamo fantasmi e fantasmini,prendiamoci gli oggetti,mettiamoci i vestiti del personaggio,teniamo la cadenze dialettali,insomma prendiamo confidenza con "la maestra" e facciamo i compiti a casa.Gli assenti ora sanno che devono studiare per la prossima volta le parti già assegnate e devono provare a casa con una musica a piacere da portare la prossima volta. Entendido amigos? Suerte!

22.10.07

Domani quarta lezione.E' vero che tutto è relativo, che quello che appare spesso così non è,che nulla si deve dare per oro colato,che le illusioni spesso sono numerose e le speranze difficilmente si realizzano,ma questa volta illudersi e sperare credo sia lecito,quindi avanti tutta cari noi MAKAKI,con prudenza e calma,ma comunque avanti la quarta lezione ci attende..........tutti

18.10.07

makakine alla riscossa

Alcune Makakine prima di andare in scena.....staranno ripassando il testo? Macchè.................spetegulesssss!!!!

10.10.07

foulards scontati

I makaki sono rinati? Dopo la seconda lezione, a sentire gli spetteguless fuori dal Teatro, si direbbe di si! Tutti pazzi per Marisa,tutti soddisfatti,tutti con in testa un'idea meravigliosa e non è un trapianto di capelli,ma di insegnante. Il trapianto sta attecchendo bene,sta mettendo radici,si spera che diventino profonde e produttive per un anno bello,interessante ed incoraggiante per un futuro sul palco,meta ambita e voluta. N.B: Rosalba sei grandissima. Altro N.B: benarrivata Rosaria,dicci dove vendono quei bei foulards scontati,Roby ne va pazzo!! See you later!!!

3.10.07

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Una sola parola: ENTUSIASMO- Entusiasmo per l'esordio del 3°anno della nostra scuola,entusiasmo per la nostra insegnante,che ci ha stregati,affascinati,riconciliati e dato grandi speranze per un lavoro da condividere,da assaporare con impegno e divertimento.Queste parole vanno lette come un sunto dei nostri commenti post lezione,io non sono portavoce del gruppo od altro,solo scrivo come blogger quello che tutti vorrebbero scrivere e che condivido al 1000 x 100. I makaki sono tornati a sorridere!

1.10.07

spirito makako